Saturday 31 December 2011

Live music I ✎ you.

Dunque signori, ci sono due cosine da me scarabocchiate per il vostro nuovo calendario 2012.
Il tutto in complicità con McA, grafico e ideatore dei vari soggetti.


Venerdì 20 gennaio ci sarà una tappa del tour Illusioni di Gionata Mirai, che avevo già avuto il piacere di ritrarre per la locandina del Cremonapalloza Rock Fest 2010, in cui suonò col Teatro degli Orrori. 


Beccatevi un video di un suo live per Milano Acoustics (una vera goduria per trarre ispirazione per un ritratto, noi non chiediamo altro che un musicista che traduca in espressioni ciò che suona!).
E beccatevi anche un bozzetto preparatorio...


La seconda serata è cronologicamente la prima, al C.S.A. Kavarna (sempre a Cremona): Epifania Grind Sludge Metal Punx!
La parte mia (il disegno) è stata questione di rovesciare inchiostro a caso su un foglio a caso, ha fatto tutto McA.

Mi piacerebbe condividere con voi l'imperante idiozia con cui McA mi ha chiesto di fargli il disegno.


Rispetto alle premesse, anzi, sono stata decisamente sobria, praticamente offensiva, se tenete conto che io e mio cugino sappiamo che un giorno apriremo le Onoranze Funebri Cugini La Morte. (Lo faremo, vero, Carmine?! Ci conto. Tra 60 anni, eh, giusto il tempo di essere i primi clienti... Nel frattempo sbrigo due cose in giro per il mondo e poi torno da te...).

Chiudo le danze con uno scarabocchio bonus di una fine nottata disegnativa.
Non c'entra nulla, se non che è sicuramente only rock'n'roll...


Buona nottata di trapasso tra una data e l'altra (se non mi scappano altri post).

Io forse disegnerò anche domani notte, in compagnia di qualche altra inquieta testa creativa...

Friday 30 December 2011

(So moony so moody)



(After all, it's not easy si è infilato nell'inchiostro perché ce l'ho sempre in testa, ma non viene da me, viene da Outside The Wall. Io ho il dubbio che in realtà sia tutto molto semplice. Anche se è dura averne consapevolezza anche quando I can feel one of my turns coming on...)

Wednesday 28 December 2011

Ho freddo alle calze

Il fuoco mi piace molto.
Da grande farò la piromane.
Comincerò appiccando fuoco alla mia casa, con dentro me.
Il fuoco prenderà il largo anche sulla mia pelle, seguirà il tracciato dei miei peli.
Dev'essere entusiasmante andare a fuoco.
Come troppa cocacola iniettata tutta nel cervello, con tutte le bollicine che frizzano dietro gli occhi e dentro le canne nasali.
Poi però il fuoco che ha seguito il tracciato dei peli si potrebbe fermare lì, non se ne andrebbe come un ballerino allegro, rimarrebbe come un torero morente che si ostina su un toro morente anch'esso.
Resterebbe lì, il fuoco, a farmi fondere la pelle, la sentirei liquefatta che cola dalla carne e diventa ex-me.
Il fuoco sulla carne credo che arriverebbe a un livello insopportabile. A quel punto mi pentirei, credo.
«Come ho potuto dare fuoco alla mia casa?»
Mi sentirei molto superficiale per aver ceduto al fascino del fuoco e il fatto di sentirmi idiota mi farebbe detestare me stessa e sopportare ancor più malamente quel dolore, perché lo disconoscerei, non me ne sentirei più l'autrice responsabile e proverei incontrollato fastidio per quella cretina che ero poco prima a volersi dare fuoco. «Forse me lo merito, se sono così scema», penserei magari.
Spero di non dare mai fuoco a casa mia e di non finire mai in un incendio.
Deve fare così male che credo che dovrei piangere ora, in anticipo, per arrivare più preparata quel giorno.
Ma magari non andrò mai a fuoco, quindi non ha senso piangere in anticipo in quella ipotesi.
Ci sono tante ipotesi ipotizzabili, applicare un pianto o una risata per ogni ipotesi è una cosa alquanto stupida.
Abbastanza stupida perché io possa farla.
Non così tanto stupida perché io possa farla.
Ho freddo alle calze e non trovo più la mia gommapane.
Perdo sempre la gommapane, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a trovare la gommapane.
Ho bisogno di un cervo-dingo che mi riporti la gommapane.
Vado a cercare un cervo-dingo per avere sempre la gommapane quando mi serve.
Anche il taglierello.
O taglierino, non mi ricordo più.

Saturday 24 December 2011

Postcard from New York

La mia nana preferita mi ha fatto una proposta oscena.
Io so dirle solo una cosa: comunque andrà, esiste una dimensione immaginaria in cui io e te saremo lì.


Per ora ci ritiriamo nel presente.
Arrivederci a tra qualche Luna Park di twist emozionali.

Friday 23 December 2011

Le petit amoureuse



(Disegno birichino, sgattaiolato fuori dalle dita mentre facevo altro.)

Thursday 22 December 2011

Glittering Bacon

Se c'è una cosa che mi fa staccare, sono le nottate nel rifugio di Madama Kodama, con lei e Dcf.
Fuori la nebbia e il gelo, dentro tanto caldino, dell'improbabile trucco brillantinoso e una macchina fotografica...

 Questa prima scaglionata è mia.



L'extreme headbanging baconiano, invece, è opera di Dcf.


... Un'altra cosa che mi fa staccare, è mettermi a postprodurre.
Obbedisci comunque al richiamo creativo, modelli secondo il tuo gusto, ma grazie al cielo sei in pausa da quei momenti in cui le idee vengono fuori a sangue.
Sei in farmacia, non sei al Pronto Soccorso.
Diomerda, ma perché mi vengono paragoni del genere?

Torno in sala operatoria, ciao.

Wednesday 21 December 2011

Un enorme "non lo so"

Francesco De Feo ha pubblicato su recording dreams un altro pezzo della nostra chiacchierata.


La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare. Sappiamo che esse sono il semplice risultato di accidenti o punti di vista, ma non abbiamo nulla da guadagnare ad abbatterle. E infatti, è straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito. Penso che all'uomo assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la realtà non esiste, non c'è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. Ancora, non esistono fantasie preferibili ad altre, perché la misura del loro valore dipende dal rispettivo grado di adattamento alla mente che le contiene.

Howard Phillips Lovecraft

Monday 19 December 2011

(Favola moderna:) la costola, i pesci e il calzino



Calzino sfoglia il mio carnet in un bar del centro di Bologna, sembra una bambina che scarta il pacco regalo, si illumina a ogni disegno e mi fa fiorire i polmoncini. Poi arriva alla pagina qui su, iniziata mentre lei si luccicava gli occhi di parole, e si sconvolge, «Ma questa sono io!». Certo che sei tu, Calzino, sei mezza, a dire il vero: devo finirlo. «No no no, lascialo così! Sono io! Sono io!»
Così la mia Calzino resta coercitivamente mezza Calzino.
Io penso che me la sono cavata, Calzino ha degli occhioni da cerbiatta che non potete proprio capire, ha un'intera costellazione lì dietro, per farli irradiare così tanto, e io lo so già che mi sarei ostinata a fare troppi segni con la penna, per catturare quel brillìo.
Poco male, lo sappiamo già che dovremo avere una seconda volta per fare molti più ritratti (e una terza, una quarta, una quinta, ...).
Il dispiacere grosso, però, è un altro: io, Calzino e soprattutto (soprattutto!) quella Nana Qualunque di Rib siamo riuscite (finally!) a incontrarci insieme per la prima volta, ma... a dimenticare la macchina fotografica. E sì che giriamo armate tutte e tre! Io un po' meno, poi io ero già carica di varie cose, in quei giorni, ma per Rib è blasfemia. Calzino, in realtà, la macchina l'aveva, ma con l'SD piena e neanche una di scorta. Insomma, un disastro, una tragedia, una catastrofe, un dramma. Ero troppissimo curiosa di vedere Calzino ritratta dalla nostra nanerottola. E non vi dico quant'era curiosa Calzino...
Sta di fatto che ora non abbiamo nemmeno delle foto cool con cui mascherare la nostra bimbaminkiaggine mielosa e galoppante, al contrario: ci siamo ridotte a fotografarci col cellulare di Calzino! E, no, non posso comunque risparmiare il mio blog da questa testimonianza.

[WARNING]
alta dose di dolcezza e idiozia


La cosa a punta che ho sulla crapa è un inenarrabile tricorno rosso fiammante che mi ha donato quella squilibratona di Rib. L'ho indossato tutta gagliarda per Bologna e, manco a dirlo, ogni due e tre qualcuno mi tirava un "Ehy, piratessa!". Ogni mio evenutale tentativo di diventare un po' più sobria con l'età è totalmente sfumato. Ma non c'era nessun eventuale tentativo: piuttosto, devo peggiorare! Quindi: grazie again, nanerottola!

Ancora in tema regali, anche Calzino ha regalato a me e alla Nana una cosina giusto un filino simbolica: un paio di calzini a righe, uno a testa!
Potrei quasi dire che ci speravo!
Anzi, sono stata battuta, perché in uno dei miei millemila trip di cose non fatte, volevo disegn---
Mmmh, va là che non lo dico, si sa mai che riesca a fare questo disegno per la prossima volta...

Di questo giorno vorrei raccontare molto di più, ma il pesce Eta ha quaranticinque ami incastrati alle labbra, sono di là all'altra scrivania che disegno senza sosta, per cui mi contengo e posto lo scarabocchio più scemo possibile, fatto al volo tra un acquerello e l'altro, ma che ben esprime il mix di dolcezza e idiozia che spruzzavamo quel dì!


Il tutto rigorosamente in arancio (come il cappottino che aveva Calzino), da brava Etarancia quale sono (come mi chiama un caro amico che di positività e negatività ad alternanza ne sa qualcosa...). Quel giorno aveva tutta quella solarità di cui dovrei fare molte più scorpacciate. In altre parole, vorrei fare molte più scorpacciate di queste due figliole, solo che, mannaggia al web che unisce e allontana, abitando un po' lontane non è così semplice... Ah, giusto, perché la particolarità che omettevo è anche questa: tutte e tre ci siamo conosciute via blog. Io e Rib ormai di cose insieme ne abbiamo fatte tante (tra cui, tanto per spammare, HASHFANZINE!), ma originariamente eravamo tre perfette sconosciute virtuali. Calzino, invece, ce la siamo divorata di abbracci dal vivo per la prima volta solo in questa occasione. Penso che nessuna delle tre avesse dubbi su come sarebbe stato anche live, lo stupore non è più quello del passaggio da web a terraferma, lo stupore è un altro, quello più basilare, è quello stupore genuino e luminoso che alimenta ogni innamoramento: ma esisti, sei vero/a, sei proprio così.

Oh, l'avevo detto che era un post mieloso. ♥
E, credetemi, potevo fare di peggio.

Ciao bimbe, mi mancate. :')

Saturday 17 December 2011

Carie, cuori, LinFante dal vivo e i disegni gioiosi

Mi succede sempre: devo fare qualcosa, ma la mano prende il pastello al posto dell'acquerello e finisco per fare un'altra cosa ancora. Unico motivo per cui non me la prendo del tutto con le mie meccaniche stupide: quando accade così, disegno con gioia, una gioia primitiva che può darti la carica per tutto il giorno seguente, anche se il disegno ti ha costretto a fare tirata e a non dormire affatto.
Così ecco la locandina per LinFante, che suonerà venerdì prossimo alle 17:30, in piazza Roma, a Cremona.
(E suona anche stasera nei Sydrojé, prima degli Ants Army Project, all'Arci di Cremona, alle 22.)


Be', dicevo che dovevo fare altro.
Tanto altro, di tutto e di più.
Tra questo altro, anche altre cose con LinFante di mezzo.
Facendo queste altre cose, è uscito un ritratto a carboncino colorato digitalmente.
Solo che non lo usiamo più: mi ero dimenticata che ora Stefano ha i capelli corti corti corti (già per me quelli qui sotto non erano abbastanza lunghi, figuratevi che trauma, evidentemente avevo rimosso!). Per cui il ritrattino finisce qui...


Il ritrattino (per lo sguardo, per i capelli, chissà) mi ha ricordato una bella foto che gli scattai nel 2005. Aveva diciotto anni. Cantava una canzone che si chiamava Le poesie più belle di un diciottenne.


Credo che ora non la suoni più...
(O mi ricordo male?)

PS Nel poster ho infilato anche un creaturino che disegnai anni fa per i Sydrojé. Gli voglio tanto bene. Un baciopensiero a chi lo riconoscerà (questa volta è facile facile, per chi si ricorda quel disegno...).

Tuesday 13 December 2011

Il sogno in animazione

Quando ero un metro e un carciofo, avevo un sogno ricorrente che m'ha accompagnato per tutta l'infanzia. Ne sono sempre andata fiera.
È una cosa mia, molto intima, quel tipo di cosa che dovresti proteggere nel tuo scrigno e confessare solo a voce alle persone che meritano questi segreti. Invece eccomi a parlarne qui e a dare in pasto al web altri pezzi di Mini Eta... Il fatto è che quando c'è qualcuno che ha buoni propositi in testa e ha dentro l'inquietudine della ricerca, io fatico a non supportarlo. E, per l'appunto, Francesco De Feo sta facendo un'operazione molto interessante. Non voglio ingabbiare la sua operazione dentro delle definizioni, quindi lungi da me tentare di spiegarvelo, andate sul suo blog, il cui titolo è piuttosto esplicativo: recording dreams. E, se avete un qualunque tipo di riflessione o racconto legato ai sogni, sappiate che, per ora, lui è in quella fase spugna in cui raccoglie tutto, quindi non esitate a contattarlo.

Pubblico qui il video che ha pubblicato lui del nostro incontro. È solo un pezzo, quello riguardante il sogno ricorrente, appunto.

E già che oggi è Santa Lucia e sono qui alle prese con i ricordi del mio passato, mi faccio scappare una foto troppo buffa di quando avevo sette anni (credo). Ero tutta esaltata, perché con la scuola stavamo facendo questo laboratorio in cui ci avevano dotato di questi cappelli tipicamente da stereotipo di pittore da strada parigino! (Ai tempi era uno dei quarantamila lavori che volevo fare... Pariginità inclusa! Presumo per colpa degli Aristogatti...)


Questo disegno qui, invece, che mi spunta tra i capelli nel caos terrificante che avvolge la mia camera, credo di averlo fatto a sette anni. Rappresentava mia mamma. Me li ricordo bene quel rossetto rosso-oro e quell'ombretto verde smeraldo!


Pensando a tutto ciò, mi stava venendo il desiderio di rifare i miei disegni preferiti di quand'ero piccola.  Ma dopo un istante mi sono accorta che il mio cranietto mi stava imbrogliando, spacciando per mia un'idea stupenda che però è già stata realizzata: in Potente di fuoco, Ericailcane ridisegna a distanza di vent'anni i suoi schizzi di bambino, mentre The Monster Engine è un progetto che parte proprio dalla domanda What would a child’s drawing look like if it were painted realistically?.

Torno al mio working.
Ma ripasserò presto da queste parti, scusate, ma sto vivendo compleatemente al gerundio!

Take your skull. And enjoy live music.



A volte sapere le cose all'ultimo momento non è male, perché ti ritrovi a dare vita a cose che altrimenti sarebbero rimaste nel limbo degli sketch: quindi ecco che questo scarabocchio ora è tutto colorato e in tiro, con grafica di McA, per invitarvi questo sabato all'Arci di Cremona (qui l'evento Facebook) a sentire gli Ants Army Project di Piacenza e i nostri amati Sydrojé, che finalmente tornano dopo un anno (l'ultima volta fu al Fillmore, insieme ai Beautiful, ossia il progetto dei Marlene Kuntz con Howie B).

A proposito dei Sydrojé (e di LinFante), di tanto in tanto non fa male segnalare l'esistenza del videoclip che realizzammo io, Eugenio Villani, David C. Fragale e Federico Fronterrè, con Carlotta Racchetti (e Audrey 3...): Una pianta carnivora mi ha detto che non mi ami più. (Fare un video per un brano su cui hai pianto un'infinità di volte è una cosa impagabile...)

Tuesday 6 December 2011

Rêveries



Quando ho disegnato su questa pagina del mio carnet, ero in volo per Utrecht, dove ho vissuto in una di quelle deliziose casette della zona residenziale, poco fuori dal centro.


La deliziosa casetta è abitata da un pugno di musicisti.
Il pugno di musicisti ha la terribile tendenza a generare compulsivamente groove estremamente gustoso per il mio stomaco auricolare. Le chitarre dal piano di sotto, il pianoforte al primo piano, la batteria nella mansarda dove stavo io, dal pomeriggio alla notte, c'era sempre della musica! Tranne la batteria, quando si faceva troppo tardi. Per i vicini. Ma in compenso c'erano decine di geniali vinili progressive, progressive, progressive! (E non solo, ovviamente, avevo perfino iniziato a elencarli, ma metà della lista è rimasta là...)


Il brano che ho sentito io provare più e più volte a Felipe (batteria) e Roel (chitarra) (hi, Ro!!!) è ancora work in progress, ma posso farvi comunque godere un altro pezzo fresco in cui suonano loro due, nei Siggy & The Smokers.


Ora indovinate un po' cosa facevo io mentre Felipe e Roel provavano...

 
 

Naturalmente, non ho disegnato e fotografato solo durante le prove, ormai sono una voyeure esperta!

 
Non badate a Mucha, per favore, guardate sull'angolo del davanzale...
... questo coso... WTF!!!

Una volta, mentre suonavano, Ro (qui su) mi ha chiesto perché mai fotografavo il casino della casa (qui giù), haha! In effetti, devo essere parsa un po' buffa a dare le spalle a loro, tutta concentrata a guardare il muro!


Questo, invece, è il frutto di una bella pedalata in solitaria.


Aneddoto scemo e psicorealista.
Deformazione professionale è: Eta che per un istante, davanti a un locale a luci rosse, pensa: «Toh, una performance!»

Dalla Domplein (la piazza del Duomo)
(Andrea Longhi è un carnettist d'assalto, ecco il perché della mia citazione dispettosa!)

Ancora dalla Domplein

Aneddoto cronachistico. 
Il momento in cui ho steso quel blu è stato il momento in cui ho appreso delle dimissioni di Berlusconi - quando Giulia me l'ha annunciato stavano per saltarmi a terra gli acquerelli, tanta era l'euforia!

Dopodichè, io, lei, Felipe e Caio siamo andati all'ACU, dove altri italiani erano sintonizzati sulla notizia a dita incrociate.

L'ACU è un centro culturale dove vengono fatti parecchi concerti. Un paio di volte alla settimana ci sono anche le serate del Flying Carpet, che sono delle jam session aperte. Ce ne sono tante in Olanda!

(quasi) Caio
Giulia e Caio

Credo che Giulia abbia un sole, sotto il cranio, quella ragazza è letteralmente radiosa!
E Caio, con quella barba e quei baffi supremi, è oggettivamente nato disegnato!
(Ciao, ragazzi!!)

Un pomeriggio, io e Felipe siamo entrati nella piccola foresta poco distante da casa sua.
Ha fatto buio presto, per cui sono riuscita a scattare solo un paio di foto bucoliche che di alberoso hanno ben poco, ma che in compenso mi hanno fatto sentire inconfutabilmente più stormthorgerson di Mr. Storm Thorgerson!


Prima di accorgerci che ci eravamo persi del tutto, abbiamo trovato un povero tronco spezzato.
Il povero tronco spezzato è diventato un divano a mezz'aria per metterci a disegnare.


Sia sul divano a mezz'aria che nella mansarda, abbiamo provato a ritrarci moltissime volte.
Qui non c'è tutto, anche perché molti disegni sono sul quaderno di Felipe.

 


Felipe è funambolo del ritmo... e forse non altrettanto funambolo della linea. Ma benché i miei disegni fossero più "corretti", credo che nei ritratti che mi ha fatto ci sia molto di vero. Ha colto ciò che io rincorrevo (e io rincorrevo il coglierlo).

 



Questo viaggio è stato un carburante inesauribile di ispirazione ed energie per creare; anche per questo ultimamente sto disegnando tanto. Ma adesso devo disegnare ancora di più, ho un progettone in pentola e tante collaborazioni stimolanti che bussano alla porta. Per cui ora rinnoverò la carburazione con il penultimo stroopwafel rimasto (sigh!). E buona carburazione anche a Felipe, anche lui ha tante vibrazioni in pentola, dietro le pelli.

 Create! Create! Create!